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Commenti al testo di cristina bizzarri
Chant Trompeur de la Lune et Fuite Royale
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Franca Alaimo
- 22/09/2012 13:58:00
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Anchio, Cristina, trovo che stare dentro schemi ritmico-metrici, anziché limitare la libertà, laccresca, suggerendo scelte lessicali e combinazioni sonore inattese... e che, inoltre, dia maggior spazio a quella componente ludica che appartiene al trafficare con le parole come facciamo noi.( Il critico Giorgio Barberi Squarotti sostiene, infatti, che è assai più facile scrivere poesie che rispettino le misure classiche che vere poesie in versi sciolti.) Penso anche allestrema libertà dinvenzione dei pittori-scultori intorno a soggetti commissionati dai potenti almeno fino allottocento, quando la classe aristocraica e il potere della Chiesa vanno in frantumi con lavanzamento della stato borghese). In ogni caso, la libertà della / dalla prigionia non è cosa che cerchiamo e sperimentiamo poetando? Al di là dogni questione od osservazione più o meno condivisibile, tu sei una POETA!
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cristina bizzarri
- 22/09/2012 13:39:00
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Franca, è vero, ho voluto dare un ritmo incantatorio alle mie stanze (!), giocando e studicchiando lo schema del "chant royal": solo che le rime, anziché essere le stesse in ogni strofa, le ho cambiate in ognuna. E ho concluso con un movimento circolare, riprendendo lultimo verso, che è il tema di fondo, allinizio e alla fine, e mettendo ogni primo verso a costituire lultima strofa, per dare una senzazione, appunto, circolare e insieme di canone infinito! Mi sono divertita molto a fare questo lavoro un po artigianale e un po pasticciato ... a volte essere "arginati" da un metro particolare può creare unarmonia particolare che a me personalmente piace molto. Un caro saluto e grazie della tua attenzione e incoraggiamento. :-)
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Franca Alaimo
- 21/09/2012 22:58:00
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Una notte di luna e la solitudine abitata da barlumi, memorie, e un infinito struggimento per tutto ciò che si muove tra cielo e terra, tra loggi e lieri, sapendo che il desiderio è mosso solo dallassenza, lamore dalla distanza, la nostalgia dalla perdita. Una bella poesia talmente musicale da sprigionare un fascino incantatorio, che mi ricorda certe preghiere pagane alla dea Ecate, recitate con lenigmatica ritualità di una formula magica allo scopo di riavere ancora lamato che fuggì.
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